15 marzo 2013 ore 10:02 COS’E’ OGGI E IN COSA CI RIGUARDA, NOI CITTADINI, IL”LAVAGGIO DEL CERVELLO” O, MEGLIO CHIAMATO: “BRAINWASHING”.

 

“…Il lavaggio del cervello, più noto come brainwashing, è una forma estrema di condizionamento sociale che si avvale di meccanismi sempre più studiati e sempre meglio compresi dagli psicologi sociali, la cui influenza  può avere una intensità molto variabile… Poiché la parola brainwashing è stata coniata in tempo di guerra ( precisamente nella guerra di Corea scoppiata nel 1950), anche se oggi si riferisce a ogni tipo di ” influenza” che l’esterno o società esercita sugli individui, è sempre legata ad una forma di coercizione esercitata con la forza, con l’inganno o, più probabilmente in questi tempi, con la “suggestione”. Il brainwashing rappresenta l’ultima frontiera nell’invasione della privacy, perché cerca di controllare non soltanto le azioni, ma anche il pensiero della gente”.

Suscita quindi terribili paure nell’individuo di essere spogliato della propria identità, ma questi terrori non riusciamo a focalizzarli su un obiettivo preciso e diventano uno stato generico e cupo con cui guardare al futuro. Da qui anche la fortuna di  leader carismatici che canalizzano queste paure su uno o più obiettivi: per esempio, come fa il  M5 , dal governo ai partiti, dai sindacati all’Europa… Per inciso è, come da secoli è stato scoperto (tra gli ultimi da Hitler) il miglior sistema possibile per strutturare una coesione interna invincibile (vedi per esempio: Adelphi – Il capro espiatorioRené Girard).

 

“Il termine brainwashing nei pubblicisti americani contemporanei, era in origine riferito ai programmi politici della Cina e della Corea comunista, ma il concetto era troppo interessante per essere sprecato, e fu velocemente esteso a qualsiasi attività che comportasse un’intrusione nella mente altrui. Il “lavaggio del cervello” viene usato in varie accezioni e in vari settori della vita sociale: dalla religione alla politica, dalla pubblicità alla comunicazione di massa, dalla pubblica istruzione alla salute mentale, all’organizzazione militare, alla giustizia penale, alla violenza domestica e specificamente nella tortura”.

 

“Il terrore del brainwashing- la paura che la nostra mente sia smontata e poi riassemblata per ordine di qualcun altro- trae la sua forza dall’immagine che abbiamo di noi stessi: degli individui dotati di libero arbitrio, capaci di ragionare e di decidere. Ci piace pensare la mente come una solida roccaforte, un’entità pura e immutabile che assomiglia molto al concetto religioso di anima immortale. Pensiamo che la nostra mente,come un diamante, conservi la sua forma originaria nonostante le pressioni che subisce e che si mantenga intatta, quest’anima immortale, fino a quando si frantuma sotto la forza estrema del brainwashing”.

 

Da molto tempo, però, la scienza della psicologia individuale e sociale ( a livello mondiale, diffusa almeno dagli anni  Cinquanta) ci ha tolto l’illusione, tanto amata da Cartesio, che la nostra mente sia immune dai vari condizionamenti ambientali e sociali. Ultimamente le NEUROSCIENZE ( un complesso di scienze  che in modo interdisciplinare studiano la mente come il comportamento, arrivando nell’ultimo decennio a pronunciarsi sulla “coscienza”, considerato nucleo specifico dell’Homo Sapiens)  ci hanno mostrato che ” la nostra malleabilità è molto più simile alla creta che al diamante. Noi uomini non siamo quegli individui indipendenti la cui importanza si fonda su un’inflessibile razionalità: gli esseri umani vengono al mondo modellati dalle leggi della natura, da se stessi ( codice genetico) e dalle circostanze sociali- soprattutto da quello che riceviamo dalla società sotto varie forme, tra cui le idee, e dalle emozioni che l’ambiente suscita in noi. Si sottovaluta la misura in cui certe forme, magari blande di influenza, possano cambiare il modo in cui parliamo, pensiamo, agiamo”.

 

” La domanda centrale è questa: siamo in grado di opporre resistenza al brainwashing? Gli individui, da soli, pur proteggendosi e prendendo tutte le precauzioni del caso, non possono fare più di tanto. Il brainwashing non è magia nera, non è una scorciatoia verso il controllo sociale del pensiero, ma è piuttosto un complesso fenomeno che si avvale, sempre di più, di processi psicologici” sia elementari che  raffinati, per ottenere il suo obiettivo che è quello di modificare il comportamento umano, secondo i propri fini. L’individuo di oggi- che oscilla tra il disorientamento  e la paura, tra ambizioni massime suscitate e annichilimento- è soggetto a un numero inverosimile di stimoli anche e soprattutto contradditori di, chiamiamoli, innumerevoli “centri di potere”, che lo condizionano, ma ciascuno secondo i fini propri.

 

“Non esiste una magia bianca, purtroppo, che abbia l’antidoto a questa azione di brainwashing che abbiamo chiamato magia nera. Il brainwashing è in primo luogo, un fenomeno sociale e politico, e pertanto le nostre migliori difese vanno cercate nell’ambito della società. Soltanto la politica può massimizzare la protezione. Per difendersi occorre: 1) favorire certi metodi politici che non siano autoritari, lideristici e personalistici, ma la democrazia, genericamente intesa, non basta. Dobbiamo discernere, tra le varie realtà, quelle che non si basano, nell’ambito dell’umano,  sulle” credenze”( chiedendo la nostra fede o fiducia incondizionata ), ma sulla condivisione dei dati di realtà e sulla compartecipazione delle decisioni.

 

(Le citazioni- tra virgolette- sono di K.Taylor,Brainwashing. La scienza del controllo del pensiero. 2004, tradotto per Castelvecchi, 2008, pagg.5-9).

 


 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *