13 MARZO 2013 ORE 09:16 CANTAUTORI GENOVESI ANNI SESSANTA: BRUNO LAUZI

 

amore bello amore caro

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=XKg2RG6k3T4

 

nel 1970 Lauzi inizia la collaborazione con Mogol e Lucio Battisti, che lo portano alla loro casa discografica, la Numero Uno, e scrivono a loro volta per lui diversi motivi di successo: Mary oh Mary, E penso a te, Amore caro, amore bello, L’aquila e Un uomo che ti ama. Alla Numero Uno l’artista conosce un giovane cantautore napoletano, Edoardo Bennato, con cui scrive Lei non è qui… non è là.

 

e penso a te

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=AazRIfSyMCU

 

ritornerai

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=TQhLWaXJSB8

 

 

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3 risposte a 13 MARZO 2013 ORE 09:16 CANTAUTORI GENOVESI ANNI SESSANTA: BRUNO LAUZI

  1. D 'IMPORZANO DONATELLA scrive:

    “Amore caro, amore bello” è una delle canzoni che mi piacciono di più in assoluto. E’ triste, allegra, pensosa e spensierata, con l’amore che si perde e che poi torna.

  2. nemo scrive:

    ” Perfette giornate le mie, / ma il corpo allarmato / segnala / le prime avarie … / Perché dunque vita lusinga / a non disarmare le voglie, / se questo magnifico autunno / è tutto un cadere di foglie ? ” ( da Esercizi di sguardo, Bruno Lauzi, Edizioni Marittime Rivoli 2003 ). Un delicato poeta, Bruno Lauzi.

    • Chiara Salvini scrive:

      …e par che sia una cosa venuta
      da cielo in terra a miracol mostrare.
      Tu, caro Nemo….nel senso che desti sempre “meraviglia”…be’, “sempre”, mi è scappato per affetto! Credo eccessivo, ma migliorerò!
      La saprai a memoria, ma te la metto intera, la rileggiamo tutti insieme:

      Tanto gentile e tanto onesta pare
      la donna mia, quand’ella altrui saluta,
      ch’ogne lingua devèn, tremando, muta,
      e li occhi no l’ardiscon di guardare.

      Ella si va, sentendosi laudare,
      benignamente d’umiltà vestuta,
      e par che sia una cosa venuta
      da cielo in terra a miracol mostrare.

      Mostrasi sì piacente a chi la mira
      che dà per li occhi una dolcezza al core,
      che ‘ntender no la può chi no la prova;

      e par che de la sua labbia si mova
      un spirto soave pien d’amore,
      che va dicendo a l’anima: Sospira.

      (dalla “Vita Nova”, il sonetto e’ databile “dopo il 1290” perche’ sappiamo che fu scritto dopo la morte di Beatrice—dai vari google da vida); DANTE (Firenze, tra il 22 maggio e il 13 giugno 1265 – Ravenna, 14 settembre 1321),

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