PROGRAMMA FASCISTA DI “SAN SEPOLCRO”
(Segnalato da Eripac)
Il seguente atto costitutivo del fascismo venne presentato il 23 marzo 1919 a Milano in piazza San Sepolcro da cui prese il nome. Non dobbiamo dimenticare che questo programma venne interamente rovesciato da Mussolini prima di arrivare al potere. Può sembrare incredibile, ma l’atto costitutivo del fascismo, letto oggi, sembra scritto da un comunista rivoluzionario. Lo potremmo spacciare anche per il programma redatto da Lenin prima della rivoluzione. Ciò dimostra che i movimenti politici, quando non vengono controllati dai militanti, diventano solo strumenti di potere. Gli ideali, purtroppo utili per accalappiare i creduloni, vengono rapidamente dimenticati. Una persona che aderisce a un’ideologia, politica o religiosa, dovrebbe ricordarsi i punti essenziali di tale dottrina, e dimettersi subito allorché i dirigenti del movimento “tradiscono”.
Milano 23 Marzo 1929 – FONDAZIONE DEL FASCISMO ITALIANO
Italiani! Ecco il programma di un movimento genuinamente italiano. Rivoluzionario perché antidogmatico; fortemente innovatore antipregiudiziaiolo. Per il problema politico noi vogliamo:
a) suffragio universale a scrutinio di lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.
b) Il minimo di età per gli elettori abbassato a 18 anni; quello per i deputati abbassato a 25 anni.
c) L’abolizione del Senato.
d) La convocazione di una assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.
e) La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dell’industria, dei trasporti, dell’igiene sociale, delle comunicazioni, ecc. eletti dalle collettività professionali o di mestiere, con poteri legislativi, e diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di Ministro.
f) L’elezione popolare di una magistratura indipendente dal potere esecutivo.
PER IL PROBLEMA SOCIALE, NOI VOGLIAMO:
a) La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore di lavoro.
b) Minimi di paga.
c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell’industria
d) L’affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie e servizi pubblici.
e) La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.
f) Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sulla invalidità e sulla vecchiaia abbassando il limite di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.
PER IL PROBLEMA MILITARE, NOI VOGLIAMO:
a) L’istituzione di una milizia nazionale con brevi servizi di istruzione a compito esclusivamente difensivo e il disarmo generale.
b) La nazionalizzazione di tutte le fabbriche di armi e di esplosivi.
c) Una politica estera nazionale intesa a valorizzare, nelle competizioni pacifiche della civiltà, la Nazione italiana nel mondo.
PER IL PROBLEMA FINANZIARIO, NOI VOGLIAMO:
a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze.
b) Il sequestro (confisca) di tutti i beni delle congregazioni religiose e l’abolizione di tutte le mense vescovili che costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi.
c) La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra ed il sequestro dell’85% per cento dei profitti di guerra.
d) La gestione cooperativa della produzione agricola e la concessione della terra ai contadini.
Articolo inviato Lodovico Mazzero il giorno 25/04/2007 alle ore 13:51
alcuni commenti del blog:
1.
07/03/2013 08:36 – Fabrizio ha scritto:
“Il fascismo si è presentato come l’antipartito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odii, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano, non modificati ancora da una tradizione nuova, dalla scuola, dalla convivenza in uno Stato bene ordinato e amministrato”
— Antonio Gramsci, L’Ordine Nuovo, 26 aprile 1921
07/03/2013 11:31 – Fabrizio ha scritto:
Lo Stato liberale entro’ definitivamente in crisi dopo tre anni e mezzo di guerra, un “biennio rosso” e altri due di reazione fascista. Nell’ ottobre 1922 la marcia su Roma diede la spallata finale alle istituzioni:invece di firmare lo stato d’assedio, re Vittorio Emanuele III assegno’ a Mussolini l’incarico di formare il nuovo governo. Il fascismo era un movimento nato da poco, nel 1919, su basi soprattutto protestatarie (esattamente come il M5S) ed era privo di un programma politico preciso.Ma il suo leader, l’ex socialista Benito Mussolini,avrebbe saputo governare le diverse anime e rendere stabile il proprio potere nell’arco di pochi anni. Mussolini era un dirigente del PSI e direttore de “L’Aventi!” ma il 24 novembre del 1914 fu espulso dal partito per essersi schierato a favore dell’intervento a fianco dell’Intesa. Nel 1919, dopo aver partecipato alla guerra, fondo’ a Milano i “Fasci italiani di combattimento”(il termine “fascio” per chi non lo sapesse apparteneva allora al lessico politico della sinistra) il cui programma prevedeva tra l’altro:proclamazione della Repubblica, autonomia di comuni e regioni,suffragio universale e voto alle donne,liberta’ di pensiero,di stampa, di religione, tassazione dei capitali, confisca di beni ecclesiastici, giornata lavorativa di 8 ore, cogestione delle imprese, concessione delle terre ai contadini, disarmo generale e nazionalizzazione delle industrie belliche.Era uno dei programmi piu’ avanzati mai espressi fino a quel momento. Sempre nella primavera del 1919 ominciarono le agitazioni contro il carovita: scoppiarono scioperi spontanei che suscitarono un vasto movimento.A questa prima ondata ne seguirono altre due: quella del gennaio-aprile 1920 e quella dell’occupazione delle fabbriche (agosto-settembre 1920) Ma, all’inizio dell’autunno, il fascismo rivelo’ il suo vero volto : gli squadristi -prima nelle campagne poi nelle citta’-iniziarono la propria guerra contro le cooperative. Via al regno del manganello & olio di ricino
07/03/2013 10:27 – maisicuro ha scritto:
Gli scopi per cui Mussolini varò il programma di Sansepolcro sono tutt’altro che chiari.
In tutti i casi si tratta di un programma che, salvo rare e non sempre lodevoli eccezioni, i fascisti mai si sognarono di mettere in pratica.
Si tratta di un programma nato-morto.
La Lombardi dimostra una certa dose di giovanile ignoranza, ma anche i suoi critici spesso non son da meno.
Il fascismo ai suoi albori fu un movimento odiosamente violento che per di più potette spadroneggiare grazie al largo appoggio dell’élite italiana di quell’epoca. Pure “gli altri” ci provarono con l’arma della violenza, ma furono “meno bravi”. Cosa voglia dire la Lombardi quando parla di degenerazione a proposito di un movimento inizialmente violento e sanguinario, lo sa soltanto lei. Peraltro, dopo Sansepolcro e la fase violenta certe opere attuate in quell’epoca furono benefiche e non le si può ascrivere al desiderio di preparare gli otto milioni di baionette. Comunque, globalmente il fascismo fu un gigantesco disastro per il nostro paese, disastro di cui noi continuiamo a pagare le conseguenze.
Penso che non sia giusto che più di metà del Paese stia a guardare le prodezze di Grillo e di Berlusconi. Sembra quasi che stiamo ad assistere ad una rappresentazione, di cui sappiamo già l’esito negativo per noi, ma, come negli incubi più paurosi, non abbiamo la forza di reagire. Perché non si va anche noi in piazza, nei mercati, nelle università, dove c’è della gente che potrebbe vedere il baratro verso cui stiamo andando? E’ da anni che la sinistra ha una politica suicida, al di là della onestà e della capacità di singole figure. Ma se non ci si batte fino in fondo per la democrazia, vince l’autoritarismo, la violenza, finora solo verbale, ma fino a quando? Perché non mobilitare i disoccupati, quelli che non ce la fanno più, i pensionati, andando al governo con un programma preciso per la parte più debole del Paese, ma impegnando concretamente tutti costoro a sostenere un governo, seppure minoritario ma che vada incontro alle loro esigenze? Dopo qualche giusta riforma la situazione si capovolgerebbe e si vedrebbe chi tiene più al potere personale e chi al benessere generale. Dopo di che si potrebbe anche tornare alle elezioni.
Giusto, bene. E perché non facciamo tutte quelle cose elencate ( andare nei mercati, organizzare i disoccupati, ecc. ecc. ecc. ? ) ciascuno di noi, compatibilmente coi propri impegni di vita, lo può fare. E che si aspetta, che lo facciano i partiti ? Ma sono solo punti d’ incontro di semplici cittadini che, più o meno disinteressatamente e spesso a tempo perso, escono di casa e ‘perdono’ una pennichella davanti alla ti.vi. Non esiste alcuna ‘ gloriosa macchina da guerra’ come spesso, troppo spesso, si crede siano i partiti ( il Pd ? ). I partiti siamo noi .