3 marzo 2013 UN MASSIMO GRAMELLINI D’ANNATA, IL CHE NON E’ SEMPRE… ma per te, max max, è sempre “con simpatia”! ARTICOLO: “Le virtù del buon politico” di Massimo Gramellini da La Stampa del 2 marzo 2013 —canzone: C’EST MAGNIFIQUE!

l’articolo è dopo la canzone.

 

C’EST MAGNIFIQUE!

(le parole sono – o sembrano – di luis mariano, qualcuno se lo ricorda? E la musica e’ di Cole Porter? chi mi aiuta? in tutto il web, o internet, non si trova perche’ l’autore non interessa a nessuno )

ALLA FINE CI SENTIRETE TUTTI CANTARE COSI’, MA NON DA CIUCCHI!

 

 

La vie est là
Qui vous prend par le bras
Oh la la la
C’est magnifique !
Des jours tous bleus
Des baisers lumineux,
bss bss bss bss
C’est magnifique !
Donner son cœur
Avec un bouquet d’fleurs
Oh la la la
Mais c’est magnifique !
Et faire un jour
Un mariage d’amour
C’est magnifique !

Partir là-bas
Lun’ de miel à Cuba,
Oh la la la
C’est magnifique !
Sous ce climat,
Les baisers sont comm’ ça !
Bss bss bss bss
C’est magnifique !
Des nuits d’amour
Qui dur’nt quarant’ cinq jours
Oh la la la
Mais c’est magnifique !
Revoir Paris
Retrouver ses amis
C’est magnifique !

Dîner à deux
Dans un nid d’amoureux
Oh la la la
C’est magnifique !
Dans un baiser
Laisser l’poulet brûler
Bss bss bss bss
C’est magnifique !
Avoir deux cœurs
Pour faire un seul bonheur
Oh la la la
Mais c’est magnifique !
S’aimer d’amour
A Paris pour toujours
C’est magnifique !

 

 

 

Finalmente l’articolo!

DA IL BLOG  QUINTO STATO DI GIOVANNI TAURASI EMERITO

 

 

massimo gramellini :

 

Anticipando il probabile duello finale dei prossimi mesi, Grillo ha attaccato Renzi dandogli della «faccia come il c.» (in comproprietà con Bersani) e del «politico di professione». Per lui e per una parte dei suoi elettori le due definizioni sono sinonimi. Tralascio ogni giudizio sull’uso del turpiloquio, uno dei tanti lasciti di questo ventennio che ancora prima delle tasche ci ha immiserito i cuori, portandoci a considerare normale e persino simpatico che un leader politico si esprima come un energumeno.  Ma vorrei sommessamente segnalare che essere professionisti della politica non è una vergogna né una colpa. E’ colpevole, e vergognoso, essere dei professionisti della politica ladri e incapaci. In questi ultimi decenni ne abbiamo avuti un’infinità e la stampa porta il merito ma anche la responsabilità di averli resi popolari, preferendo esibire i fenomeni acchiappa audience piuttosto che il lavoro serio ma noioso di tanti membri delle commissioni parlamentari. Dando agli elettori la percezione che tutti i politici fossero uguali a Fiorito o a Scilipoti e che chiunque potesse fare meglio di loro.

Non è così.

Il «chiunquismo» è una malattia anche peggiore del qualunquismo e porta le società all’autodistruzione.

 

Questa idea che tutti possono fare politica, scrivere articoli di giornale, gestire un’azienda o allenare una squadra di calcio è una battuta da bar che purtroppo è uscita dai bar per invaderci la vita e devastarcela. A furia di vedere buffoni e mediocri nelle foto di gruppo della classe dirigente, ma soprattutto di vedere ovunque umiliata la meritocrazia a vantaggio della raccomandazione, siamo sprofondati in un’abulia che ci ha indotti ad accettare senza battere ciglio ogni sopruso e ogni abuso antidemocratico (a cominciare dai partiti padronali e da una oscura rockstar del capitalismo come presidente del Consiglio). convinti che per fare politica bastino un ideale e una fedina penale intonsa. Non è vero. E ora che ci siamo svegliati, per reazione vorremmo buttare tutto all’aria.

Gli ideali e l’onestà sono la base per distinguere i buoni leader dai cialtroni che ci hanno ridotto in questo stato. Ma la politica è anche un mestiere con regole precise: l’attitudine all’ascolto, la conoscenza della materia trattata e delle procedure legislative, la capacità di giungere a una sintesi che in democrazia è quasi sempre un compromesso tra diversi egoismi, come ben sa chiunque abbia frequentato un’assemblea di condominio. Era così ai tempi di Pericle e delle lavagnette di creta. Lo rimarrà nell’era di Grillo e del web, con buona pace di chi pensa che la democrazia diretta possa abolire il filtro della rappresentanza.

I rimpianti Cavour e De Gasperi non erano dilettanti o improvvisatori. Erano politici di professione, come lo è oggi un Obama. Il fatto che queste ovvietà suonino eretiche testimonia l’abisso di confusione in cui ci dibattiamo. La politica, se fatta bene, è una cosa dannatamente difficile e seria, specie in giorni come quelli che ci attendono, quando si tratterà di rimettere in piedi un Paese economicamente e moralmente allo stremo. Da cittadino di una democrazia malata sarei più sereno se a occuparsi dell’infermo fossero persone selezionate da un meccanismo che garantisse scelte autorevoli. E qui già vedo un ghigno profilarsi sul volto di Grillo: i partiti sono morti, incapaci di formare una classe dirigente. Ma allora bisogna immaginarne di nuovi, diversamente strutturati. Di certo il futuro non può essere affidato a miliardari e magistrati fai-da-te. Può anche darsi che la soluzione siano movimenti di persone perbene agglomerati dal web come i Cinque Stelle, ma dovranno risolvere l’intima contraddizione fra la trasparenza della base e l’oscurità della catena di comando.

 

A cosa serve accendere una webcam in Parlamento (“l’apriremo come una latta di sardine”…) se poi l’ufficio della Casaleggio & Associati, in cui si scrivono le regole e si decide la strategia, rimane ostinatamente al buio?

 

 

commento (segue sotto) di chi pensa che con i  voti “si è tutto fatto” (adesso chiara giudica! male! ma lasciatemelo dire da vecchia come sono in tutto, e lo dico a mio modo: non incolpo nessuno, è un’epoca mondiale e lo sappiamo, ma noi vecchi vecchi-e ci tengo questa volta!- che ci siamo fatti il culo sulle sudate carte e sgnorbi di tanto guardarci intorno – cabbiamo dei momenti che – tu sai che capire, capisci e giustifichi tutto, anche il serial killer, dice chiara- ma -e mi vergogno a dirlo- succede che di un’ignoranza cosi’ abissale su tutto quello che è “storia”- “cultura” masticata-mediata-fatta sangue per vivere” hai le balle asciutte come…le balie! Oh! Ho fatto una battuta! Dev’essere l’asciutto che vado masticando con costanza… ):

 

ecco il commento:

stefanoturchetti 2 marzo 2013 alle 13:37Risposta

Come spesso mi accade, leggendo Gramellini trovo cose sensate mischiate al suo obiettivo, che in genere è dimostrare che la parte per cui lui simpatizza è quella giusta…
Quindi ancora non ho capito se nel citare parole come MERITO, e personaggi politici illustri e non di sinistra dome Cavour e De Gasperi sia sincero o capzioso. Però, espresso il dubbio, del tutto personale, l’articolo esprime valutazioni condivisibili.
Sul movimento dei grillini, (mi) pongo una domanda : quanti voti avrebbero senza Grillo ? Vale a dire un Leader che ha la sua capacità mediatica ?


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1 risposta a 3 marzo 2013 UN MASSIMO GRAMELLINI D’ANNATA, IL CHE NON E’ SEMPRE… ma per te, max max, è sempre “con simpatia”! ARTICOLO: “Le virtù del buon politico” di Massimo Gramellini da La Stampa del 2 marzo 2013 —canzone: C’EST MAGNIFIQUE!

  1. D 'IMPORZANO DONATELLA scrive:

    Lo scritto di Gramellini mi pare del tutto condivisibile: finalmente si distingue tra buona e cattiva politica, si ammette che la politica è un mestiere, che certi politici sono stati dei ” padri nobili”, che il compromesso alla luce del sole fa parte indispensabile della buona politica. Era ora che un giornalista che appare sovente in televisione ( ha detto più o meno le stesse cose da Fazio) dicesse ciò in questo momento in cui nessun giornalista, seguendo il vento del conformismo, si azzarda a dire ( meglio andare in soccorso del vincitore).

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