FOTO DI DONATELLA D’IMPORZANO, IL SUO TERRAZZO A SANREMO
LA SVENDITA DEL PATRIMONIO DEMANIALE ITALIANO…
“La svendita del patrimonio demaniale italiano comincia nel 1991, quando il VII governo Andreotti ( al tesoro Guido Carli) provò ad istituire la “Immobiliare Italia S.p.A.”: essa rimase sulla carta, ma il suo fantasma si materializzò dieci anni dopo, invecchiato e inasprito, nella “Patrimonio dello Stato S.p.A.” di Tremonti…Da allora, le ipotesi di dismissione ricorsero assai spesso, più o meno ad ogni Finanziaria, anche con i governi di centro-sinistra del 1996-2001. Queste norme spesso confuse, velleitarie e inattuabili hanno però costruito un retroscena di “solidi” precedenti per il II governo Berlusconi…. La strada verso altre devastazioni era ormai aperta. Basterà richiamare tre tappe di questo processo degenerativo. La prima…fu la costituzione, con legge dello Stato, di una Società per azioni, denominata “Patrimonio dello Stato S.p.A.” A essa potevano essere trasferiti parchi nazionali, coste, edifici storici di proprietà pubblica, monumenti, biblioteche, archivi dello Stato, chiese in proprietà pubblica ( come il Pantheon), monumenti e aree archeologiche ( come il Colosseo, come Pompei), per un valore complessivo che Tremonti in un’intervista valutò 2000 miliardi di euro…tutti i beni del demanio e tutti i beni del patrimonio dello Stato, dopo essere stati trasferiti alla “Patrimonio dello Stato S.p.A.”, potevano, con decreto del ministro dell’Economia, essere ulteriormente trasferiti a un’altra società, la “Infrastrutture S.p.A.”, aperta anche ai capitali privati. L’interazione tra le due S.p.A. era pensata come un gigantesco fondo immobiliare, che poteva essere suddiviso in pacchetti azionari, venduto o dato in affitto, utilizzando il meccanismo finanziario noto come “cartolarizzazione”. Questo metodo, introdotto in Italia nel 1999 con una legge del governo D’Alema, è sperimentato specialmente negli Stati Uniti a garanzia delle ipoteche; ma in America esso è stato fra le cause principali della ” bolla immobiliare” e della conseguente crisi finanziaria…Ma il ricavato di questa operazione era destinato non tanto ad abbattere il debito, quanto a finanziare un numero imprecisato e non programmato di grandi opere pubbliche: insomma, la svendita del patrimonio era mirata non solo a trasferire legalmente alle banche l’intero demanio e patrimonio dello Stato, ma anche a finanziare la cementificazione sistematica del territorio…La generale indignazione generò anticorpi e il processo di privatizzazione, pur producendo guasti e sconquassi, ne risultò depotenziato…prese allora forma il Piano B, che contemplava due mosse: primo, trasferire le proprietà pubbliche, compresi i beni demaniali, alle Regioni, alle Province e ai Comuni; secondo, ridurre drasticamente i contributi dello Stato a questi Enti, obbligandoli, per sopravvivere, a disfarsi dei propri beni…Con una legge del 2008 (n.133), il governo Berlusconi imponeva a Regioni, Province e Comuni di allegare al proprio bilancio, ogni anno, un “piano di alienazioni immobiliari”, incoraggiando i Comuni a introdurre varianti urbanistiche per favorire la commercializzazione e la cementificazione dei suoli alienati negli ultimi anni…Terza e ultima tappa della svendita perseguita dai governi Berlusconi ( ma non, o non ancora, contrastata dal governo Monti) è il cosiddetto “federalismo demaniale” lanciato nel 2010. Lo Stato ha ceduto per legge a Comuni, Province e Regioni 19005 unità del proprio demanio, per un valore nominale di oltre tre miliardi. Passano così di mano beni comuni di uso collettivo ( demanio idrico e marittimo), caserme e aereoporti, catene montuose, palazzi storici, e così via. Il trasferimento comporta che una parte di questi beni diventerà immediatamente disponibile alla vendita, a parole “per produrre ricchezza a beneficio delle collettività territoriali”. Un’altra porzione passerà invece al demanio degli enti locali e delle Regioni, cioè resterà inalienabile sulla carta: ma la stessa legge prevede una forma strisciante di privatizzazione, e cioè il versamento gratuito di beni pubblici ( anche demaniali) ai fondi immobiliari di proprietà privata, purché i privati versino nello stesso fondo beni di proprietà equivalente; è chiaro che solo grandi banche e imprese potranno farlo. Si capisce così come mai le Dolomiti siano state “prezzate” 866294 euro ( Agenzia del Demanio, documento del 30 aprile 2010, Veneto, p.3): perché sono destinate a fondi immobiliari, in cui i privati verseranno proprietà di valore “equivalente” onde assumerne il pieno controllo…Il ” federalismo demaniale” è stato reclamizzato dal presidente della Regione Veneto Zaia come la “restituzione ai legittimi proprietari” di beni indebitamente sottratti da uno Stato ladrone. Analoga l’esultanza in loco quando la Valle dei Templi di Agrigento diventò “patrimonio dei siciliani” ( meno di un mese dopo, il sindaco dichiarò l’intenzione di metterla all’asta).
dal libro di Salvatore Settis del 2012 “Azione popolare”
LA GIUNTA 5 STELLE CACCIA L’ASSESSORE INCINTA
E’ successo a Mira, entroterra veneziano, governato da una giunta comunale 5 stelle L’assessore allo sport, una giovane avvocata che ha deciso di denunciare il fatto, è stata invitata dalla presidente del Consiglio comunale ( quando si parla di solidarietà femminile!), su ordine del Sindaco, a lasciare l’incarico dal 30 marzo prossimo perché, essendo incinta, non sarà in grado di svolgere il suo compito. Avendo cercato di confrontarsi con i consiglieri e assessori per vedere se si trattava di un problema di armonizzazione del lavoro e quindi superabile, ha registrato solo l’intenzione di procedere alla sua sostituzione, adducendo pretesti vari. Il sindaco ha postato in tempo reale nel blog di Grillo la sua testimonianza in proposito, assicurando che bisogna ” avere il coraggio di cambiare se si ha l’obiettivo di fare ancora meglio”. Chissà cosa c’entra il coraggio.
LEGHISTI FASCISTI
Bologna: tornano le ronde ” fai da te”. Martedì 12 febbraio una ventina di leghisti, capeggiati dal consigliere regionale e candidato al Senato, Manes Bernardini, si sono presentati alle 6,30 presso l’Ospedale Maggiore di Bologna, al grido di ” il Maggiore non è il cesso degli zingari!”. I nomadi, che vivono in baracche abusive lungo il fiume vicino all’Ospedale, da tempo usano i bagni e il bar del Maggiore. Sono costretti malamente ad uscire dall’Ospedale, non prima di essere messi in posa per una fotografia ” ricordo” ( ci vengono in mente i nazisti ). La ronda, soprannominata da Bernardini ” sopralluogo”, dura circa due ore, tra il plauso di molti dipendenti dell’ospedale, che lamentano una situazione fuori controllo. L’Asl fa sapere di essere completamente estranea all’iniziativa, dicendosi impegnata ad intervenire per eliminare i disagi. L’assessore comunale alla Sanità definisce l’iniziativa leghista una carnevalata fuori tempo massimo. Vengono i brividi nel ricordare analoghi interventi dei fascisti rampanti nel 1921-22. Perché nessuno ha reagito in modo adeguato?