“Non si è mai mentito tanto come ai nostri giorni. Nè mentito in maniera così spudorata, sistematica e costante.
Ci si dirà che tutto ciò non è grave, che la menzogna è vecchia come il mondo, o, almeno, che l’uomo è mendax ad initio e che la menzogna politica è nata con la città stessa, come ci insegna abbondantemente la storia. E infine, senza andare troppo indietro nel tempo, che la propaganda della prima guerra mondiale e la menzogna elettorale del periodo successivo hanno raggiunto dei livelli e stabilito dei primati che sarà molto difficile sorpassare.
Tutto ciò è vero, senza dubbio. O quasi. E’ vero che l’uomo si definisce mediante la parola, che questa comporta la possibilità della menzogna e che – piaccia o no a Porfirio (filosofo antico) – il mentire, molto piu’ del ridere è proprio dell’uomo. E’ ugualmente certo che la menzogna politica è di tutti i tempi, che le regole e la tecnica di quello che un tempo si chiamava “demagogia” e ai nostri giorni “propaganda” sono stati sistemati e codificati migliaia di anni fa (NOTA 1: Troviamo già nei dialoghi di Platone, e soprattutto nella Rhetorica di Aristotele, un’analisi magistrale della struttura psicologica, e quindi della tecnica della propaganda.), e che i prodotti di queste tecniche, la propaganda degli imperi dimenticati e andati in polvere ci parlano, ancora oggi, dall’alto delle mura di Karnak e dalle rocce di Ankara.
E’ incontestabile che l’uomo ha mentito sempre. Mentito a se stesso e agli altri. Mentito per il suo piacere- il piacere di eserecitare questa straordinaria facoltà di “dire quello che non è” e di creare, con la parola, un mondo del quale egli è l’unico responsabile ed autore. Mentito anche per la sua difesa: la menzogna è un’arma. L’arma preferita dall’inferiore e dal debole (NOTA 2: Ingannando il suo avversario- o il suo maestro- il piu’ debole diventa “più forte” di lui.) che, ingannando l’avversario si afferma e si vendica di lui (NOTA 3: Ingannare è anche umiliare, ciò spiega la menzogna spesso gratuita delle donne e degli schiavi).
Alexandre Koyré, Riflessione sulla menzogna politica, De marinis Editore – Catania- 1994) —pp. 13-14
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Penso che le menzogne del potere ( è meglio chiamarle bugie, sembrano più meschine) ci siano sempre state. Oggi forse possiamo vederle e smascherarle di più, e tutto sommato credo che sia un aspetto positivo della nostra era. Quello che viene detto sulla menzogna mi sembra che ne colga in modo chiarissimo la natura e le cause più profonde.
se capisco il testo, oggi la menzogna è diventato “un obbligo”, è l’unico modo di parlare alla gente…si capisce che eccezioni ce ne sono…ma, secondo me, fa coppia con “la societa’ dello spettacolo” …ne parleremo meglio un’altra volta, adesso vado a Taggia, “la grande città dove è nato il mio papà”.
se capisco il testo, oggi la menzogna è diventato “un obbligo”, è l’unico modo di parlare alla gente…si capisce che eccezioni ce ne sono…ma, secondo me, fa coppia con “la societa’ dello spettacolo” …ne parleremo meglio un’altra volta, adesso vado a Taggia, “la grande città dove è nato il mio papà”.
” …menzogna gratuita delle donne e degli schiavi ” ( ?? )
dal testo capisco che per quanto riguarda gli schiavi non si parla dell’oggi; per le donne vale per tutti i tempi…ma, a parte queste categorie, parliamo di “inferiori”: quello che è trattato come inferiore ed è quindi “reso inferiore”, specie nel tempo (gente che-trattata cosi’- non si sente inferiore è una rarità), per esperienza personale “subita”, ha magari il gusto di mentire per farti fesso, per il gusto di “rifarsi” prendendoti per il culo…be’, le commedie del Goldoni ci potrebbero dire tutto con allegria e bonomia…è una maniera, “da debole”, da chi nno puo’ o non ha il coraggio di affrontare, così usa questa maniera per avere potere su di te. Cosiì credo di capire, grazie ch.
Sto Koyré non mi convince e questa ‘scivolata’ ( le donne mentono – mai quanto gli uomini, però !- ) è brutta ….