5 gennaio 2013 ore 12:31 CINEMA: CARLOTTA DE LEO : DJANGO UNCHAINED: Tarantino: racconto il razzismo visto dai neri

 

 

CINEMA

Tarantino: racconto il razzismo visto dai neri

«Django Unchained» in sala dal 17 gennaio è un’epopea che

rilegge lo schiavitù in chiave di spaghetti-western

CINEMA

Tarantino: racconto il razzismo visto dai neri

«Django Unchained» in sala dal 17 gennaio è un’epopea che rilegge lo schiavitù

in chiave di spaghetti-western

Tarantino: «La schiavitù è una ferita aperta»
di Carlotta De Leo

Il ritorno di Quentin Tarantino sullo schermo ha il ritmo di una

lunga cavalcata nel West. «Django Unchained»

(in uscita il 17 gennaio) è un’emozionante avventura, un’epopea brillante e brutale che rilegge la schiavitù in chiave di spaghetti-western (da sempre pallino del regista) e culmina in una piantagione di cotone, Candyland, nel 1858 due anni prima della guerra di secessione. «Ho voluto riscrivere la storia dal punto di vista dei neri – racconta il regista a Roma per la prima europea – È la storia del razzismo e della violenza più brutale, una ferita ancora aperta negli Stati Uniti. E infatti questo film sta provocando un grande dibattito». Oltre a un grande successo viso che nei primi 5 giorni di programmazione ha già raccolto 64 milioni di dollari (in tutto ne è costati 100).

 

Jamie Foxx e Quentin Tarantino (foto Ansa)Jamie Foxx e Quentin Tarantino (foto Ansa)

BIANCHI E NERI – Tarantino è sempre stato attirato dalla cultura nera e dal modo in cui bianchi e neri si relazionano. Ma il tema non è mai stato al centro della storia in maniera così prepotente come in «Django Unchained». La storia è quella di una vendetta “giustificabile” di fronte a un abominevole ingiustizia. Django (Jamie Foxx) è uno schiavo reso libero dal colto dottor Schultz (Christoph Waltz, attore onnipresente nei film di Tarantino), cacciatore di taglie di origine tedesca, per essere aiutato nel suo lavoro. Django vuole trovare sua moglie Broomhilda (Kerry Washington) e vendicarsi di tutti i visi pallidi che l’hanno maltrattata. Una ricerca che lo porta alla piantagione Candieland, governata da Calvin Candie interpretato da un satanico Leonardo DiCaprio. Pur di arrivare al suo scopo, Django deve ingoiare il suo orgoglio e fingere di essere l’essere che più odia: un «Mandingo», uno schiavo lottatore e allenatore che combatte atri schiavi. Un mansueto giocattolo dell’uomo bianco, insomma. Ma incapperà nei sospetti di Stephen (Samuel L. Jackson), lo schiavo-padrone di Candie.

CAST STELLARE – Un cast stellare, l’azione e gli elementi comici piacciono al grande pubblico, anche se il tema della schiavitù è difficile e tragico e Tarantino lo affronta con la solita irriverenza. «Gli Stati Uniti non hanno ancora fatto i conti con questa ferita che è ancora aperta, sofferente e da cui, in questi ultimi 150 anni fuoriesce ancora sangue- dice il regista- E la riprova di questo arriva dal fatto che questo film ha provocato un enorme e profondo dibattito negli Stati Uniti. Si può pensare che una cosa successa tanto tempo fa sia ormai stata discussa fino alla nausea. Invece non è così e il film sta scatenando un dibattito, una discussione che sta coinvolgendo molte persone come ormai non succedeva dagli anni Settanta e questo per me ovviamente è molto gratificante e soddisfacente».

 

Kerry Washington (foto Ansa)Kerry Washington (foto Ansa)

CRITICHE – Tra le critiche anche quelle del regista di «Malcolm X», Spike Lee, che ha detto che non avrebbe visto «Django Unchained» per come era trattato il razzismo. «Non merita nessuna replica – dice il premio Oscar Jamie Foxx -. Non voglio sprecare il tempo per rispondergli. Abbiamo solo cercato di realizzare nel modo migliore quel tema, ma ci aspettavamo che avrebbero sparato sul film». Dello stesso parere la Washington che aggiunge: «sapevamo dell’elevato livello di sensibilità verso l’argomento, ma l’importante è che abbia suscitato un dibattito». Mentre a chi chiede all’attrice che cosa pensi del razzismo negli Usa oggi, replica con sicurezza: «mi sembra non sia un problema solo americano. Basti pensare a quello che è successo al Milan».

 

Samuel L. Jackson (foto Ansa)Samuel L. Jackson (foto Ansa)

ZIO TOM -Il film, infatti, è portato avanti come una grande e doppia provocazione. In primo luogo a Hollywood, da sempre reticente e nervosa quando si parla di schiavitù. Ma anche all’elettorato liberal: non a caso il personaggio più oscuro e ambiguo è proprio Stephen, il più cattivo «zio Tom»di sempre interpretato da Jackson. Uno schiavo assolutamente fedele al suo padrone bianco, e severo nella sua gestione della grande casa. Fissa tutti con uno sguardo agghiacciante, reso ancora più inquietante dal tremore della malattia di Parkinson. « Sì c’erano sicuramente delle persone come Stephen, degli schiavi che avevano dei privilegi, che pensavano che la schiavitù andasse bene e che esistesse addirittura una gerarchia tra gli stessi schiavi – spiega Samuel L. Jackson – Il merito di Tarantino è aver fatto capire a tutti una cosa accadeva una volta che si attraversa il fiume Missisipi e si entrava nel profondo Sud. Mostra come venivano trattati gli schiavi nel film si arriva a un certo livello di violenza a cui forse le persone non sono abituate. Ma del resto la schiavitù si è protratta solo grazie alle intimidazioni sugli schiavi, molto più numerosi dei bianchi nelle piantagioni».

 

Tarantino (foto Ansa)Tarantino (foto Ansa)

CORBUCCI O LEONE?- Django Unchained è una rielaborazione libera dello spaghetti-western Django di Sergio Corbucci del 1966, interpretato da Franco Nero, che a 71anni torna in un breve cameo anche in questo film. Ma è più chiaramente ispirato a “Mandingo”, pellicola cult di Richard Fleischer (1975) su uno schiavo addestrato a combattere altri schiavi. Un film scandaloso che Tarantino ha più volte elogiato, beffandosi, come sempre, della critica. «Mi sono sempre piaciuti i western in tutte le loro forme, ma ho avuto anche un debole per quelli tedeschi. Comunque i maccheroni western, così li chiamiamo in America, sono i più amati da me per il loro surrealismo e per gli estremi che presentano» dice il regista. Tra Corbucci e Sergio Leone? «Sono diversi: Leone era per le epopee gigantesche anche esteticamente, mentre Corbucci è più semplice e prolifico».

 

Jamie Foxx (foto Ansa)Jamie Foxx (foto Ansa)

NUOVO FILM – Nel futuro di Tarantino? «È vero, come ho già detto, sto lavorando a una sceneggiatura sullo sbarco in Normandia. Ma non è detto che sia il prossimo film – risponde -. A sbarcare nella prima ondata furono solo militari bianchi. I neri vennero solo dopo e per seppellire i morti. Ma anche per fare questo lavoro, i bianchi non davano troppa fiducia ai loro fratelli di colore e li controllavano con le armi puntate e davano loro armi senza proiettili». Infine, sui recenti fatti di violenza negli Usa, Tarantino dice solo: «È una cosa molto triste».

Carlotta De Leo
@carlottadeleo4 gennaio 2013 | 20:57

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *