3 gennaio 2013 ore 07:29 RITA LEVI MONTALCINI: I GIOVANI, LE DONNE, L’AFRICA. (sott. chiara)

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Nelle sue parole un “testamento d’impegno” per i giovani, le donne e l’Africa

di S.Bio.

da IL SOLE 24 ORE—30 dicembre 2012

 

«Lavoro per un futuro che non è il mio, ma è dei giovani…Solo l’istruzione può garantire il futuro ai tanti giovani nel mondo, che non devono aver paura delle difficoltà. Personalmente ogni crisi mi ha portato più in alto, spronandomi a fare sempre di più»: sono queste le parole, quasi un “testamento” di Rita Levi Montalcini, pronunciate nel corso di una conferenza stampa, “L’istruzione chiave dello sviluppo”, promossa a Roma dalla Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus. Era il 2009. Hanno ancora tutto il loro valore. Parole precedute per una vita intera dall’esempio: Rita Levi Montalcini non ha mai smesso di studiare fino alla fine e impegnandosi nella ricerca scientifica, ma non solo. Altrettanto forte il suo impegno sociale, che scommetteva sull’istruzione, sui giovani, e sulle donne, in tutto il mondo, come dimostra il suo impegno per le donne africane tramite la onlus, fondata con la sorella.

La Fondazione Levi-Montalcini Onlus
Nel 1992 Rita e Paola Levi-Montalcini, in memoria del padre Adamo Levi, hanno istituito infatti la Fondazione Levi-Montalcini Onlus, con il motto “Il futuro ai giovani” con lo scopo di favorire l’orientamento allo studio e al lavoro delle nuove generazioni. Nel 2001, lo statuto viene modificato e la missione è «venire in aiuto alle donne di paesi dove si lotta ogni giorno per la sopravvivenza», perché «lo sviluppo dei paesi ad alto livello culturale ha dimostrato che l’istruzione è la chiave di volta del progresso di un paese».

 

Istruzione, chiave dello sviluppo.
E ancora – scrive il nobel Montalcini – «l’istruzione è la chiave dello sviluppo, da qui il nostro sostegno alle donne di differenti paesi africani». «Così come un battito di ali di una farfalla, nella foresta
dell’Amazzonia può provocare, anche a distanza di tempo, un uragano al polo opposto del globo, allo stesso modo le finalità della Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus, mediante l’assegnazione di borse di studio nelle più critiche situazioni africane, possono innescare meccanismi di trasformazione radicali, vantaggiosi a livello mondiale», è il messaggio di Rita Levi-Montalcini che campeggia sulla pagina web della Fondazione.
In un’intervista rivelò che a 20 anni voleva andare in Africa per curare i lebbrosi: «Non ho potuto allora, ma adesso – raccontava – che ho oltre cento anni, ho capito che è urgentissimo venire in aiuto delle popolazioni africane che vivono in condizioni disperate. Quindi, la mia attività, oltre a quella scientifica che continua (spesso lavoro anche di notte), va anche a vantaggio delle popolazioni africane».

L’attenzione alle donne
La professoressa puntava molto sulla donne. Nella presentazione di uno dei libri promossi dalla fondazione Montalcini, “L’altra parte del mondo”, scrive: «Il futuro del Pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le
donne l’accesso all’istruzione e alla leadership. È alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace». E dell’emancipazione femminile, quella autentica e profonda, era testimone vivente. Scherzando, in un’intervista ad un settimanale di qualche anno fa, smentiva che preferisse lavorare con delle donne: «Ho avuto e ho ottimi collaboratori di sesso maschile. Detto questo – concludeva – devo però aggiungere che l’elasticità mentale delle donne, coniugata con la nostra capacità di adattamento, ci rende più versatili».

 

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