LA 7 ieri sera dalle 21:30 ha trasmesso “Speciale ballottaggio” con ospiti in studio. Ha trasmesso, oltre alla conferenza stampa intera di Renzi, anche un’intervista a Renzi della loro inviata: il tutto è stato giudicato, dagli ospiti in studio tra cui il direttore dell’Espresso, non solo nuovo, straordinario, “una ventata fresca”, ma addirittura commovente (Lucia Annunziata- direi anche Ferrara); lo stesso Renzi alla fine dell’intervista aveva gli occhi lucidi.
Chiara, per deformazione professionale, è più attenta a come una persona – anche qualsiasi, ma ancor più una star (per questo “reggo” i programmi politici, è anche un esercizio!)- si costruisce un personaggio, cioè un’immagine che il tizio deve riuscire a vendere sul mercato se vuole raggiungere il suo obbiettivo che, nel caso di un politico, è vincere e governare. Ho votato -convinta fino in fondo- Bersani, ma l’immagine di Renzi – so che non è per partigianeria- non mi ha commosso, pur riconoscendone l’assoluta “sincerità”. Tutti gli anni di training (“allenamento” guidato su me stessa ), mi lasciano diffidente davanti alla sincerità, anche quando si tratta di me . Anch’io nel blog vendo un personaggio e una sincerità, che lascerà molti dubitosi (fuori quelli che il blog lo chiudono per sempre…!|), ma credetemi, se potete, se potete, ripeto, quella che tiene sempre acceso il semaforo rosso su me stessa, sono proprio io.
Ma per tornare a quello che interessa cioè a Renzi: da sempre, da quando ha vinto le primarie da sindaco di Firenze sorpassando il candidato del partito (pettegolezzo: in studio, quando hanno dato i risultati, alla trasmissione “Otto e mezzo”, c’era la amatissima da tutto il partito, Rosy Bindi (che forse, oggi, verrà lasciata un po’ sullo sfondo): difficile descrivere la sua costernazione e- se mi permettete-anche un certo disprezzo, a mio parere, tipico di chi-stando lassù- vive “nel partito e del partito”, fuori dalla realtà della vita comune) gli riconosco una bravura eccezionale nel fare el so mesté: cosa che mai avviene se non c’è dietro “una certa persona”. Nessuno inventa dal nulla. Renzi ha per me (anche Civati, anche Marino ecc., ma con ben altro capacità di lideranza) il fascino dell’outsider della “casta” (cosa che in verità non è: “è una nuova casta”) perché ha la faccia di dire cose, pur appartenendo “all’apparato”, che noi base del partito (mi considero tale, anche se non sono iscritta) riconosciamo più che vere. E ha soprattutto una grande “simpatia” che convince non solo i giovani. Secondo me, infatti, lo scontro con Bersani, prima che generazionale, è politico e culturale: danno voce ad elettorati diversi, a stratificazioni di classe del paese diversi o anche alle “stesse” stratificazioni, se si potesse dire, ma con teste diverse: per dirla più chiaramente, a Bersani si rivolgono soprattutto coloro che di tutta questa “grande festa” di valori ( o disvalori, secondo altri) – cominciata negli Ottanta e “resa magica” dal potere di Berlusconi nel 94 — magia di egemonia culturale o – se vogliamo estremizzare, di “dittatura culturale”- con tutte le TV in mano e l’editoria-queste persone, dicevo, che votano Bersani:
NON NE POSSONO PIU’, SI SENTONO ASFISSIATI, QUASI NELL’IMPOSSIBILTA’ DI VIVERCI IN QUEST’ARIA LUNGA TRENTANNI.
E NON E’ VERO CHE E’ PERCHE’ SONO VECCHI: QUESTE SONO TUTTE BALLE!
E’ PERCHE’ HANNO INCISO NEL LORO SISTEMA NERVOSO “LA CULTURA POLITICA” (e, lasciatemelo dire, “la serieta’ di vita e di pensiero”) CHE HA PORTATO ALLA COSTITUZIONE DEL ’48 ///
CON TUTTE LE AMPLISSIME CONFLUENZE CULTURALI E DI ESPERIeNZE DI VITA CHE C’ERANO, ///
DAI CATTOLICI, AI SOCIALISTI, AL PARTITO D’AZIONE, AI COMUNISTI, AGLI INTELLETTUALI ///
E A TUTTI NOI – NON SOLO NATI IN QUEGLI ANNI- MA AI GIOVANI DI OGGI, CHE CI SONO, LI VEDO, CHE SONO NATI “PARTIGIANI” /// NEL SENSO CHE : “MI SCHIERO DALLA PARTE DELLA GIUSTIZIA E DEL BISOGNO DI PIU’ UGUAGLIANZA POSSIBILE”.
Per esemplificare, un personaggio che vorrei mettere accanto a Giovanni XXIII, giustamente invocato da Bersani, tutti noi, anche se “tutti” è sempre una parola grossa, sentiamo “una tremenda nostalgia” di gente come NORBERTO BOBBIO, un uomo impossibile da racchiudere in un’etichetta, certamente non di tradizione comunista, veniva dal Partito D’Azione, un liberal-progressista che, negli ultimi anni, si è accostato all’attuale PD (DS, per la precisione) come tanti di noi che veniamo da culture “ostili” al comunismo e votiamo PD, quando non militiamo.
Abbiamo nostalgia di gente così e di metodi di pensare come questo:
« Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze » |
(Norberto Bobbio, in Politica e cultura, 1955)
Ma vorrei, dopo tante divagazioni, dire la ragione di questa nota: quello che ha capito Chiara dal discorso di Renzi, ma anche dal servizio di LA 7 che non riesco a mettervi, non c’è ancora, è che Renzi si ritira, da buon Cincinnato, nella sua Firenze, cioè non vuole “collaborazioni” con questa dirigenza del partito. Quello che sognavano alcuni di noi, tra cui Donatella e, mi pare, anche Nemo, cioè una squadra dei 5 intorno a Bersani, almeno con Renzi non ci sarà. Avverrà cioe’ quello che dice lo stesso Renzi: “Sarà compito di Bersani raccogliere le nuove istanze ecc. da noi presentate alla ribalta”. Del resto lo stesso Bersani ringrazia la Puppato dicendole che non dimenticherà la sua battaglia sull’ambiente cioè non le dice “viene con noi” … Non sono così addentro per poter dare un giudizio, ma forse una “direzione collegiale” di un partito renderebbe questo partito impotente. Ancor più un partito come il PD che è già preso da mille anime e tutte già, e anche troppo a mio gusto, “protagoniste”! |
Ho pensato a cosa c’è nel discorso di Renzi che non mi convince, pur dicendo cose di per se’ giuste e nobili: è che potrebbe da un momento all’altro girarsi, prendere delle pentole, mostrarcele e riuscire a vendercele. Non c’è, o almeno così sembra, un certo struggimento per quello che poteva essere e non è stato. E’ come se seguisse il copione del perfetto candidato che non ha vinto, stile USA. Non so, è molto difficile riuscire a capire. Certo che, al di là delle forme, direi perfette, spira un venticello abbastanza freddo. Leggevo che il suo guru, Giorgio Gori, è uno espertissimo di comunicazione, che si è fatto tra l’altro con Feltri, Mediaset ( direttore di canale 5),poi creatore della casa di produzione Magnolia, ecc. ecc. Socialista craxiano, ha scoperto, attraverso Luca Sofri, il personaggio Renzi e lo ha tradotto in linguaggio televisivo. Io penso che in qualche modo Renzi e chi ha dietro di se’ farà valere il suo milione di preferenze. La cosa migliore sarebbe la formazione di una squadra che comprendesse tutti e cinque i contendenti, anche se si tratta di fantapolitica. In questo modo si prenderebbe Renzi in contropiede e sicuramente si potrebbero mettere a frutto le capacità, soprattutto di comunicatore, che possiede. Ma questa è fantapolitica e bisognerebbe essere dentro nelle segrete stanze per saperne qualcosa di veritiero.
Prima che alla squadra occorre pensare a vincere le elezioni. Intanto, Renzi faccia bene il sindaco: mica cosa da poco. Così come Vendola faccia bene il presidente della Regione Puglia: roba da far tremare i polsi, ehh. Un po’ del berlusconiano ‘ghe pensi mi’ ( in veneto, ‘faso tuto mi’ ) inquina sottilmente ( forse da sempre ): un incarico basta e avanza se lo si vuole ‘onorare’ (quanto c’è da studiare ! e come sono brevi le giornate !!) . I carichi di ‘governo’, a qualsiasi livello, dovrebbero essere intesi come un ‘servizio temporaneo a favore della collettività’ e questo rappresenterebbe già di per sé una ‘rivoluzione’ . Fare politica ( cioè partecipare alla vita sociale), invece, è un ‘dovere’ da esercitare tutta la vita, nella consapevolezza che non dà la ‘felicità’ ma è solo il ‘mezzo’ per una civile convivenza. Cose ‘ovvie’ che sono ‘utopia’ ( soprattutto qui da noi ).
Rispondendo a Nemo: è proprio così che la politica andrebbe intesa. Mi sono sempre chiesta come si faccia ad onorare più incarichi contemporaneamente!