Papa: no ai ricchi disonesti
Benedetto XVI contro chi si arricchisce “con i soprusi”
30 settembre, 19:49
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(ANSA) – CITTA’ DEL VATICANO, 30 SET – Il Vangelo “mette in guardia dalla vana bramosia dei beni materiali” e formula un “forte richiamo ad usarli nella prospettiva della solidarietà e del bene comune, operando sempre con equità e moralità, a tutti i livelli”. E’ il monito lanciato dal Papa all’Angelus, ricordando l’invettiva di san Giacomo contro “i ricchi disonesti, che ripongono la loro sicurezza nelle ricchezze accumulate a forza di soprusi”, ha detto Benedetto XVI ai fedeli.
chiara: se queste cose le sapeva già Giacomo di Zebedeo, contemporaneo di Gesù, che esistono persone che trovano la loro sicurezza nel fare soprusi agli altri, e non si tratta solo di ricchi,
perché non le possiamo ancora capire noi, io almeno, perché non posso capire che esistano i cattivi? E’ una variabile, questa, che mi perdo sempre. Siamo nati a somiglianza di Dio? Con questa idea mi hanno tirato su fino alla terza media le suore. Ma poi acqua è passata. Oggi io credo così, anche se non sarà facile esprimermi: mi è più facile “guardare gli altri come fossero me stessi” – cioè chiusa nel tubo del mio narcisismo che specchia solo me stessa, uno non vede fuori anche se lo crede, mettiamo io sia dentro un tubo a specchi, evidentemente oltre me stessa non vedo!…dicevo, mi è più facile tenermi dentro il tubo protettivo sempre, piuttosto che affacciarmi sulla variegata realtà e “muovermi con circospezione” perché i cattivi esistono! Per star tranquilla (meccanismo di autodifesa) vado in giro tranquilla se serena “come se” non ci fossero i cattivi. Anche il blog, meno male che nessuno scrive!, me ne dolevo così tanto, ma è un vantaggio!, quei pochissimi che aprono bocca, manca solo che mi morsichino!
Giacomo di Zebedeo, detto anche Giacomo il Maggiore, san Jacopo o Iacopo (… – Giudea, 43 o 44), fu uno dei dodici apostoli di Gesù. Figlio di Zebedeo e di Salomè, era il fratello di Giovanni apostolo. È detto “Maggiore” per distinguerlo dall’apostolo omonimo, Giacomo di Alfeo detto “Minore”. Secondo i vangeli sinottici Giacomo e Giovanni erano assieme al padre sulla riva del lago quando Gesù li chiamò per seguirlo[1]. Stando al Vangelo secondo Marco, Giacomo e Giovanni furono soprannominati da Gesù Boanerghes (“figli del tuono”) per sottolineare l’inesauribile zelo di cui erano dotati questi apostoli, ma anche il loro temperamento impetuoso[2]. Giacomo fu uno dei tre apostoli che assistettero alla trasfigurazione di Gesù[3]. Secondo gli Atti degli Apostoli fu messo a morte dal re Erode Agrippa I[4].
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