L’IMPORTANZA DELLE BAMBOLE ANCHE NELL’EDUCAZIONI DEI PICCOLI CUCCIOLI MASCHI…COSA CHE LA MAGGIORANZA TROVERA’ DISGUSTOSA CONVINTA COME SARA’ CHE, INVECE DI SVILUPPARE LA PATERNITA’ E LA MATERNITA’, INSEGNIAMO LORO A DIVENTARE GAYs O, PIU’ BRUTTO, “BICHAS”, IN PORTOGHESE DEL BRASILE.
Sì, c’è il portoghese del Portogallo e quello della sua colonia – fino ai primi Ottocento – o Brasil, dal legno che sembrava “brasa” o legno infuocato, che hanno trovato gli invasori…. unico paese del Sul America a non parlare spagnolo (La Do vi dirà tutto, se vorrà, sul Trattato di Tordesilhas del 1492- mi pare- del papa…che ha diviso il mondo da scoprire e colonizzare in due metà: al Portogallo l’Oriente e il Pacifico fino a Brasile compreso, il resto alla Spagna, le due potenze principali signore dei mari del Cinquecento-Seicento).
E’ utile, questo uso delle bambole e dei bambolotti, oltre che a fare crescere il sentimento di ” coccolamento” , anche a dimostrare, secondo me, che l’amore e la tenerezza appartengono sia alle donne che agli uomini .Evviva la tenerezza, evviva l’amore, di cui abbiamo tutti così tanto bisogno! Evviva a chi lo riesce a dimostrare senza paura.
Per tornare a Tordesillas ( cittadina della Spagna centro-occidentale, nella Castiglia Vecchia) dove venne firmato nel 1494 l’omonimo trattato, dopo le scoperte di Colombo si acuì tra Spagna e Portogallo la rivalità per il possesso delle nuove terre. Per dirimere la questione ci si affidò al papa di allora, il catalano Alessandro VI cioè Rodrigo Borgia, il quale emise una serie di quattro”bolle” favorevoli alla Spagna. La prima, in particolare, stabiliva una linea immaginaria nord -sud, 100 leghe ad ovest delle isole del Capo Verde e delle Azzorre ( già portoghesi), riservando alla Spagna la colonizzazione al di là di essa ( linea alessandrina) . Poiché tali isole si trovavano relativamente vicine alle coste portoghesi e africane, la linea di spartizione così stabilita attribuiva in pratica alla Spagna il diritto di colonizzazione su tutte le terre scoperte o da scoprire situate in quella metà del globo di cui Colombo aveva recentemente dimostrato l’esistenza. Ai portoghesi si riservava l’esplorazione del Vecchio Mondo, dal continente africano all’estremo est asiatico. Dopo altre numerose trattative intercorse tra Giovanni II del Portogallo e Ferdinando ed Isabella di Spagna, il Portogallo ottenne di spostare la linea tracciata dal Papa a 370 leghe dalle Isole del Capo Verde, ossia a 270 leghe più ad Ovest.ale clausola si sarebbe poi dimostrata favorevole al Portogallo per la colonizzazione del Brasile.
NON è rimasta la mia replica! Ti dicevo che aveva già detto tutto Nemo, ma che io ero affezionata di più alla prima parte e che quindi la volevo mettere in rilievo o grassetto. Sai, cara Do, come tutti i poeti il tuo cuore parla con le tue parole: le persone intorno a te- io credo- dovrebbero leggere quello che scrivi. Saprebbero almeno quale bisogno infinito di grazi (e di “grazie) e di tenerezza tu abbia in questo periodo. Io, il mio affetto te lo porgo rozzo, sgridandoti che se finisci nell’abisso, poi a tirarti fuori ci fa caldo: Il “ci” vuol dire tutto, “ci”, ci saremo, lì sul posto, come sempre, Franco ed io, e tu lo sai, per questo puoi lasciar andare la corda lunga dell’abbandono e lo fai, perché -io credo- che tu abbia bisogno per te stessa di questo periodo di meditazione, o, se vuoi, di rimugino sulla tua vita-credo io- su errori e torti, tuoi e di tutti, più o meno nei tuoi confronti, innescato come sai recentemente da un pretesto che lo ha solo accelerato perché questo tuo “fare i conti” con la vita è cominciato tantissimi anni fa, te lo ricordi, te lo ricordo? Quando dicevamo con Mariella come sarebbe stato bello scrivere una commedia a tre, tre donne, noi eravamo tali, già di età (ma parlo di vent’anni fa!) che avevano la possibilità di ritornare in contatto con i genitori ed agivano, dicevano loro delle cose che erano loro sovvenute molto dopo la loro mancanza. E, soprattutto, se li godevano! Come allora non era stato possibile. “Ci”-per ritornare- che significa me e Franchino: noi, bene o male, oppure, bene e male, “ci” siamo stati sempre. Anche quella volta, in quinta ginnasio, in cui ti ho abbandonata, sola, ad un viaggio con la scuola al sud, ma ero la mia prima crisi seria, e non sono neanche mai riuscita a farvelo capire…che avevo delle attenuanti! Oggi, mi pare, hai imparato ad amarlo come lui avrebbe voluto, un tempo lontano, essere amato. Diceva a me e a Francesco, ricordo, due cose (all’epoca noi, Mario ed io, stavamo ancora in Brasile): una, da sbruffone tipo Paul Newman nel film dei biliardi (aggiungi pf il titolo): “A me, i debiti, mi tengono vivo”, e poi, insomma, si è anche visto!! Ma adesso è di nuovo sull’altar completamente “rifatto” e principe della situazione; l’altra: “Di tutto quello che ho fatto per renderla felice, non ci sono mai riuscito, all’inizio piangeva tutto il tempo che passava con me, lavorava in un consolato…”, Il “di”, di “di tutte…” è necessario per rendere il tono di disperazione-rassegnata e calma, ma c’era- della sua voce. Oggi, a mio piccolo modo di vedere dalla mia tana- e da lontano- gli vuoi proprio il bene che voleva lui. Ma se lui non capisce, è proprio questo che ti frega: lo risparmi, non gli vuoi fare il minimo male, non lo sgridi più, né men che meno rompi la cristalleria di casa…del vicino?…cosa efficacissima per far capire dei limiti, all’interno dei quali l’altro doveva stare, io non ho mai rotto cristalli né fatto arene su arene, ma mi sono annodata le budella e messe al balcone con nessun risultato. Gli altri hanno bisogno di segnali chiari per sapere come andare: se sopprimono una fermata, l’unica cosa che li convince è “Fermata soppressa”; tutti noi siamo così, chi più chi meno, c’è chi indovina, intuisce, ma c’è chi le pareti bisogna dargliele sulla testa: è assurdo trattare uno da pareti come quello che intuisce! E questo succede, lo sai, perché siamo chiusi nel nostro amore di noi stessi, nonostante tutti i bilanci che ci facciamo su noi, e li facciamo con la penna rossa, insomma alla fine “ci” (di nuovo! ma non c’entra!) piacciamo…sì anche a me e a Franco, noi stessi ci piacciamo, lui che sembra vivere in un suicidio lento che mi fa male, e ancor più ti fa male, e soprattutto “fa male a lui” con le sue maledette sigarette: “Ma diglielo che senza di lui, non potresti neanche regalarti “il dono” della depressione intesa come rimugino su di noi!”. E’ un cretino, che si gioca le cose belle- e ne ha tante- che ha, lui non piange sulla laurea perduta, sulla sua magari ancora e ha diritto, se l’avessero potuto far studiare come gli altri, non di sera, te l’ho detto, avresti un prof, magari di chimica, in cattedra…non parliamo adesso di tanti altri casi…sai che bei cattedrattici avremmo, simpatici e umani, tu questo lo sai, se ci fosse il diritto allo studio! Sono le 6:55, stamattina per stare con te non sono andata a vedere il sole che spuntava, ma è più-non mi devi gratitudine-un voler stare con me insieme a te, lo sai, ci sto bene, con me stessa insieme a te, è la tua dannazione, ti parlo ti parlo e ti parlo di nuovo e tu ascolti e ascolti…e, se non fossi falsa e untuosa, mi manderesti, anche a voce, non solo nel tuo cuore, a quel benedettismo paese, dove io andrei, questo sì, ci sono dei momenti che andrei anche fosse l’inferno, tanto ci fa caldo per i reumatismi, il mio inferno è il freddo, tanto sono sola. Una volta Giorgio (qui lo conoscono diverso) ha detto che lui faceva il bagno a suo papà (che ha portato oltre i novanta, mi pare), piangendo, non so, forse era appena morta la moglie, non so, ma se fosse “quel” periodo in cui, credo io, non si è più ritrovato radici né immagini di sé, come è della vera depressione, quella grave, ebbene, io mi sento così, sola così e di solito chiamavo te, adesso non lo faccio neanche più, al massimo, l’ultima volta, l’ho notificato ad un amico che mi ha scritto, parlo di MS, : “dormi una buona notte, domani sarà meglio”, e così è di fatto andata. “Domani è sempre un altro giorno”, detto in memoria di quella forza della natura che è …? O’Hara e la sua Tara. Guardo, ho fatto rima! Be’ bambin, sarà un “buongiorno” forse un po’ pesante, come sono sempre io, ma che mania avrò mai di viscere! Il famoso “gran psicologo anche di linea analitica”, leggi “scarpa”, il primo, il De Luca, senza il quale non sarei mai stata capace da sola di diventare matta (a quelli che non vanno in terapia, ci pensano i fatti della vita come lutti e soprattutto i parenti!) mi ha detto una volta che sono una persona radicale e vista la mia delusione ha aggiunto: “Anche Marx è radicale”. Hai capito? Dovete trattarmi meglio (sul rivendicativo, con tono da gallina spennata!). MA TI AMO, A TE, A FRANCHINO, A MARIO, A GIORGIO, ALLA FRANCHINA, A LINDA E ANCHE A TANTI NORMALI, PERCHE’- VOI- NON LO SIETE! CHIARA
Interessante e istruttivo questo scritto della dotta Donatella. Grazie e caro saluto da Nemo
Pubblica dichiarazione di un profondo e sincero amore (cresciuto lungo una vita di frequentazioni, e che evito di ‘ profanare ‘ con inutili commenti ). Nemo
caro Nemo, sempre perfetto! (anche Pirandello non mette le maiuscolo dopo i punti esclam. e interrog.) …parli del mio amore per Donatella e Franco, specie per Donatella di cui abbiamo avuto amicizia (parlo maiestatis) dai 14 anni, quindi sono 54 quest’anno, o del mio per te? Il 3 di luglio è stato il compleanno della Do, io le ho già fatto il regalo e voi tutti lettori? Per te, calcoliamo il ’55-56, no, vedi i lapsus…!! e, poi, dicono che l’inconscio non esiste! No, sono o è, se di amore si tratta, dal 66-65 circa, perciò sono quasi cinquantanta!! Una vita di amore per te, ma ci credi!? ch.
Caro Nemo, sono andata di là e ho detto al nostro Grande Mario, il Bardelli, come dice mio cognato, il grande Mario, non il Grande Cornuto…ma excusatio non petita…è quasi una confessione! Dicevo che ho detto a Mario: “Nemo ha già risposto al commento che tu non hai ancora letto”, e lui ha commentato: ” Em quanto ( “enquanto”) eu ia, ele jà estava voltando”…Te lo dico per dire un’espressione brasiliana che amiamo molto: “Mentre io andavo, lui già stava ritornando!”. Si può usare al contrario. Il suono è : ” enquanto eu ia (oppure per dire “tu”, enquanto voce’ ia…-“vossé” è il suono- ele oppure eu – “eu, io, pr. italiana- , estava voltando”, tutto uguale, devi aumentare i tuoi detti, così poi me li ridici che io dimentico le sciocchezze, dimentico solo le sciocchezze, mentre i miei amori sono eterni perché io – come credo tutti, guarda Linda, mia cugina, è addirittura marmorizzata nei suoi amori!- io amo, dicevo, solo con l’inconscio, ma chi ama è così! In barba a chi non crede (anche i neuroscienziati lo sanno, lo chiamano “memoria implicita” per dire che c’è, ma non lo sai) che ci sia l’inconscio Noterai che mi sono persa nei vari segni…anche il trattino e le parentesi sono segni di punteggiatura….? E pensare che ho addirittura… letto, non studiato, ma più di una volta, un manualetto di punteggiatura! Se correggi, mi fai un favore. Il film di Paul Newn+man, inteso come attore… mi è scappato così, ma va bene, mi sembra che sia “Lo spaccone” e lei, la ‘O Hara, si chiama “Scarlett”!. Il cervello, il cervello, spero sia al’ultimo a partire…del tutto!, “d’accordo!”, lo dico a Fru 84, mia figlia, che lo dice sempre, perché “partire è già partito!”, ciao buon pasto… “trionfo sacro di grutta – lascio, non vorresti stare in una grotta di frutta e verdura e spaghetti…MA C’E’ SOLO CON ME!- e verdura e spaghetti BONI!”, ch.