Prima è toccato alla Grecia, poi all’Irlanda e al Portogallo. Puntuale è arrivata la volta della Spagna. Tocchiamo ferro per l’Italia. Si può sostenere, con un minimo di ragionevolezza, che l’Europa esiste se si consente ai mercati di attaccare e colpire impunemente un Paese dietro l’altro? La risposta è no.
Questo giornale pubblica dal 5 giugno editoriali dei padri fondatori sugli Stati Uniti d’Europa per ricordare a tutti che il prossimo vertice di fine giugno non può essere il venticinquesimo consecutivo in cui non si decide nulla. Una sola citazione firmata Helmut Schmidt, ex cancelliere tedesco, può aiutare a inquadrare la situazione che stiamo vivendo: la grande Germania sta perdendo il senso della storia, del suo riscatto europeo e della solidarietà con i partner.
Signora Merkel, così non può andare avanti. Non farà molta strada se continuerà ad essere indifferente alla rabbia dei greci, distante dall’orgoglio ferito degli spagnoli, dalle paure italiane e dalle angosce francesi. Tirare fuori 100 miliardi europei (di cittadini europei, una buona parte italiani) per difendere le banche spagnole e ritrovarsi con lo spread BTp-Bund a 473 punti (rendimento al 6,03%) e quello con i Bonos spagnoli oltre quota 520 (rendimento al 6,51%) è solo l’ultima spia di un allarme rosso che lei si ostina a volere ignorare. Non esistono vie alternative. Lo abbiamo già detto e scritto ripetutamente. Bisogna dare un messaggio forte ai mercati:
l’Europa esiste, non salta, punto.
Il tempo delle parole è finito, con dieci anni di ritardo, il disegno di integrazione politica va portato a compimento attraverso scelte concrete, immediatamente operative. Almeno tre.
(CH. IERI LA BORSA ITALIANA IERI-UNICA NEGATIVA IN EUROPA- HA PERSO QUASI IL 3 % ,TANTISSIMO; E IL FAMOSO SPREAD – O DIFFERENZA DI INTERESSE (QUANTO RENDONO A CHI LI HA COMPRATI E QUANTO LO STATO ITALIANO DEVE PAGARE) DEI NOSTRI TITOLI DI STATO E QUELLI TEDESCHI -QUASI A ZERO (ZERO DEBITO PER LA GERMANIA!)- E’ DI NUOVO AUMENTATA. SIGNIFICA CHE -EMETTENDO OBBLIGAZIONI O BOND O TITOLI DI STATO CI FINANZIAMO PER PAGARE ALTRE OBBLIGAZIONI IN SCADENZA -EMESSI ANNI PRECEDENTI O ANCHE MESI- ADESSO QUANDO SCADRANNO QUESTI, IL COMPRATORE GUADAGNERA’ DI PIU’, MA LO STATO ITALIANO PAGHERA’ PIU’ INTERESSE SUL VALORE DELLA COMPERA – AUMENTANDO COSI’-UN CIRCOLO VIZIOSO- IL DEBITO PUBBLICO. IERI LE SPECULAZIONI DEI GRANDI CAPITALI, SONO PASSATE DALLA SPAGNA (HA RICEVUTO SECCHI MILIARDI DI EURO PER LE SUE BANCHE) A NOI. LE NOSTRE BANCHE POI NON FANNO PIU’ LE BANCHE, MA COMPRANO I TITOLI DI STATO EMESSI DAL GOVERNO ITALIANO CONTIUANDO COSI’ A PEGGIORARE IL LORO STATO PATRIMONIALE TUTTE LE VOLTE CHE LO SPREAD INVECE DI DIMINUIRE, AUMENTA. FINO A CHE, ANCHE L’ITALIA, DOVRA’ CHIEDERE AIUTI AL FONDO SALVA STATI…ECC. ECC.
E’ assurdo, secondo me, che non si denunci, da parte dei governi che stanno subendo questa situazione, che non si può andare avanti così, che bisogna tornare all’Europa, nel senso in cui la intendevano quelli che l’hanno fondata. Inoltre l’Europa unita è l’unica possibilità che abbiamo, tutti noi stati europei, di fronteggiare i mastodonti economici di fronte ai quali ogni singolo stato, Germania compresa, scomparirebbero.